Questa pianta avendo ormai invaso canali , torrenti e fiumi
; riteniamo non potendola più estirpare
proporla per l’utilizzazione a
scopi energetici.
La
ricerca potrebbe iniziare con
:
·
Calcolo calorico
combustibile di:
1.
Semi
2.
Fusto / foglie
3.
Fusto / radici
Trasformazione
per parte legnosa : CIPPATURA
Mezzi e contenitori
messi a disposizione dalla nostra associazione
Indicazioni
in internet
4.3
Vulnerabilità dei siti Natura 2000 per SIC ,ZPS, ZSC
Estensione della
Amorfa fruticosa e in alcune zone della robinia, con effetto
denaturalizzante della vegetazione spontanea.
Estensione delle colture (Pioppeti).
……………dovranno essere mantenuti
gli esemplari più giovani di pioppo ibrido (di modeste dimensioni
ed a chioma ridotta) attualmente presenti sull’area di impianto
forestale;
-
gli arbusti di indaco bastardo (Amorpha frutticosa) dovranno essere
fresati e l’apparato radicale asportato;
E’
vietata l’utilizzazione, ai fini della realizzazione di
opere di riforestazione, rinverdimento e consolidamento,
delle specie elencate nelle
note e dovranno essere utilizzati prioritariamente
ecotipi locali in generale negli interventi di recupero
ambientale di siti degradati
|
Art.6,
comma 4 e 5
|
|
Provincia
o Ente
Parco
|
Ailanto
(Ailanthus altissima), Fico degli Ottentotti (Carpobrotus
sp.pl.), Fico d’india (Opuntia ficus-indica),
Amorfa (Amorpha fruticosa).
|
Il
controllo delle specie esotiche Amorpha
fruticosa e
Yucca
gloriosa
per
il restauro ecologico degli ecosistemi costieri
della
Toscana Settentrionale (*)
(*)
Azioni finanziate come parte del progetto LIFE05 NAT/IT/000037
Dunetosca (2005-2009)
A.
Perfetti1,
L. Lombardi2,
F. Logli1,
S. Cavalli3
1Ente
Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli,
conservazione@sanrossore.toscana.it; 2NEMO
srl; 3Comune
di Viareggio
Le
coste della parte nord del Parco Regionale MSRM costituiscono un
complesso mosaico
di
oltre 20 habitat, che soffrono di una grande pressione antropica
legata ai più
diversi
utilizzi direttamente o indirettamente legati alla sovrapressione
turistica e alla
diffusione
di specie esotiche tra cui particolarmente importanti risultano
l’Amorpha
fruticosa e
la Yucca
gloriosa.
Quest’ultime portano complessivamente ad una (a) banalizzazione
delle fitocenosi; (b) accelerazione dell’interrimento delle zone umide
retrodunali,
(c)
aumento anomalo della sostanza organica nella matrice sabbiosa del
suolo.
Gli
obiettivi raggiunti a breve termine sono stati: (i) la rimozione
delle cenosi ad esotiche
seguita
da (ii) un controllo puntuale degli individui rimasti. Mentre, a
medio termine,
gli
habitat naturali possono diffondersi ricreando una situazione con
dinamiche
ecologiche
sia nelle zone umide come quelle a dominanza di Cladium mariscus e delle
altre
elofite ed idrofite; che nelle aree xeriche sabbiose come le
boscaglie retrodunali a
Juniperus
spp.,
entrambe riportate a fasi seriali iniziali.
A
livello preprogettuale sono stati realizzati studi fitosociologici
e topografici con la
realizzazione
di una mappa delle aree d’intervento fino al dettaglio di 1:2000
e quindi
sono
state avviate le operazioni di monitoraggio tecnico-scientifico
pre, durante e postoperam
sugli
aspetti idrogeologici, fitosociologici, floristici, ornitologici
ed erpetologici.
Successivamente,
i progetti definitivi delle operazioni di controllo delle cenosi
delle
esotiche
hanno riguardato circa 6 ettari di lame retrodunali per l’A. fruticosa e circa 12
ettari
per la Y.
gloriosa,
presente in gruppi densi e/o esemplari isolati su circa 130 ettari
di
ambiente dunale. Dopo la rimozione meccanica, a partire dalla
stagione vegetativa
successiva,
si è passati ad operazioni mirate di controllo della ripresa
vegetativa degli
esemplari
o dei frammenti vegetali rimasti attivi nel territorio trattato.
Tali trattamenti
avvengono
con l’uso localizzato di erbicidi sistemici prevalentemente a
base di gliphosate
o
con operazioni di asportazione manuale dei frammenti vegetali
rimasti. Le azioni
di
controllo delle specie esotiche funzionano poi tanto più quanto
si considera la sinergia
con
le altre azioni: il controllo del flusso turistico, un’ampia
cartellonistica, l’-
aggiornamento
sull’avanzamento del progetto nel sito internet, la redazione di
piani
d’azione
(su zone umide e ambienti dunali) e di linee guida per le
operazioni di pulizia
delle
spiagge ecc. Da ultimo va considerato che la situazione ambientale
creata dalle
azioni
di progetto porta all’attivazione di processi ecologici su vasta
scala che un’area
protetta
ha il compito di tutelare ed assicurare per mantenere aspetti
naturali legati alla
vitalità
degli ecosistemi. Tali processi dinamici, infatti, in situazioni
di ampia ingegnerizzazione
del
territorio raramente prendono avvio spontaneamente attraverso, per
esempio,
i
naturali processi di esondazione dei corpi idrici, l’apporto dei
sedimenti attraverso
le
correnti marine, il movimento di tali particelle con il vento in
ampie aree
prive
di ostacoli artificiali e la mancanza della competizione di
fitocenosi esotiche ad
alta
capacità invasiva.
|